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Una delle lavorazioni maggiormente apprezzate e richieste dai clienti, riguarda la ristrutturazione del bagno.
Non esiste un lasso di tempo standard per la ristrutturazione di un bagno, ogni intervento richiederà più o meno tempo a seconda dei lavori di cui la stanza da bagno necessita.
Quando la ristrutturazione del bagno richiede un rinnovo completo – compreso quel che non si vede – i tempi si allungano e i lavori saranno svolti in più fasi.
Le fasi lavorative di quando si esegua una ristrutturazione completa del bagno può essere sintetizzata nelle seguenti fasi:
Stato di fatto del locale da ristrutturare
In questa prima fase lavorativa, vengono rimossi sanitari e arredi presenti per poi iniziare la demolizione del pavimento, del rivestimento e del massetto di sottofondo. infine viene effettuata una pulizia dei materiali di scarto creati e vengono trasportati in discarica per poi essere smaltiti
2) Posizionamento del nuovo impianto idraulico ed elettrico
Predisposizioni dei locali immettendo i nuovi impianti necessari al suo funzionamento. Si posizionano gli impianti seguendo le tracce già segnate e accordate in precedenza con la committenza, in modo tale da poter successivamente posizionare i sanitari, doccia, scarichi e varie prese elettrice, punti luce necessarie al locale bagno
3) Getto e livellamento del massetto
Il massetto non è nient’altro che uno strato di calcestruzzo (a spessore variabile) che ha lo scopo di contenere gli impianti e livellare il pavimento
L’obbiettivo finale è quello di ottenere un pavimento perfettamente in ”bolla”
4. Posa dei nuovi pavimenti, rivestimenti e sanitari
La posa avviene quando il massetto è completamente asciutto e calpestabile e solo in quel momento potrà essere posata la nuova pavimentazione e incollato il rivestimento prescelto sulle pareti. Solo successivamente verranno installati i nuovi sanitari e della rubinetteria scelta.
5. Tinteggiatura finale
Infine, una rinfrescata alle pareti darà una nuova tinta al bagno con i colori o resine prescelti e così facendo si è andato a concludere l’intervento di ristrutturazione del bagno.
Lavori terminati
Il costo della ristrutturazione del bagno dipende dalla specificità del lavoro e dalle dimensioni della stanza da bagno.
In generale, rifare un bagno può costare dai 3000 ai 8000 euro, ma è sempre consigliabile chiedere un preventivo di ristrutturazione bagno alla ditta che svolgerà il lavoro poiché sono molte le variabili che entrano in gioco:
Con gli incentivi fiscali attualmente in vigore è possibile risparmiare sulle spese sostenute per la ristrutturazione di casa. In particolare si potranno portare in detrazione al 50% le spese per la ristrutturazione edilizia, con un massimale di 96000 euro, recuperabile in 10 anni sull’IRPEF.
Ipotizzando una spesa media di 8000 euro per la ristrutturazione completa del vostro bagno, sfruttando la detrazione del 50% sulla ristrutturazione di casa, il costo medio finale per i lavori sara di 4000€ detraibili in 10 anni, vale a dire 400€ di detrazione fiscale annua in sede di dichiarazione IRPEF
Ecobonus e trattamenti fiscali agevolati per questa tipologia di lavorazione di intervento manutentivo del locale bagno.
Per tutti gli interventi di recupero edilizio è prevista l’applicazione dell’aliquota IVA del 10%.
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Ristrutturare una casa ad Alessandria può risultare un lavoro complesso se non affiancati dalle persone giuste aventi le competenze tecniche adatte a svolgere determinati tipi di lavorazioni e normalmente richiede un grande dispendio di tempo ed energie. Non è semplice trovare i professionisti giusti a cui affidarsi.
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Una stanza dedicata ai propri hobby, attrezzando una palestra in casa ad esempio o creando un home office di tutto rispetto: ma se c’è poco spazio in casa come fare? Si può ricavare una stanza in più, qualora ovviamente fosse possibile, recuperando il sottotetto.
Ma prima di procedere occorre verificare il rispetto di alcuni requisiti, tra questi l’altezza minima. Il sottotetto difatti deve avere un’altezza minima per dirsi abitabile.
L’altezza media ponderale minima di un sottotetto affinché possa essere abitabile dovrebbe essere di 2,70 m (2,40 per i corridoi o sotto i soppalchi). Può essere anche inferiore allo standard di 2,70 m (2,40 per i corridoi o sotto i soppalchi): ogni Regione ha dettato le proprie regole in materia. Nella maggioranza dei casi l’altezza media di un sottotetto abitabile è di 2,40 m, in altri può essere ulteriormente abbassata per i locali di servizio, corridoi e bagni. In caso di Comuni montani, semimontani o che si trovano ad una certa altitudine, l’altezza minima può essere ulteriormente ridotta.
Le Regioni a loro volta possono riservare ai Comuni la possibilità di decidere quali lavori si possono fare su un sottotetto e in quali zone possono essere fatti. Insomma per chi voglia recuperare il sottotetto, il primo consiglio da dare è informarsi di quello che si può e quello che non si può fare, verificando limiti o vincoli, in base al regolamento edilizio comunale, presso il proprio Comune di residenza.
Per chi vive in condominio, se il sottotetto non è indicato negli atti catastali come parte comune o non è stato frazionato tra i differenti proprietari del condominio, automaticamente diventa di proprietà dell’appartamento dell’ultimo piano. Detto ciò non significa che se l’inquilino dell’ultimo piano voglia procedere a fare lavori di recupero non debba informare gli altri condomini.
Il proprietario è tenuto a informarli come indicato dall’art. 1102 del Codice Civile e ha il diritto di procedere ai lavori di ristrutturazione. E’ necessario un premesso di costruire o S.C.I.A. (Segnalazione Certificata di Inizio Attività).
Il recupero del sottotetto rientra a pieno titolo tra i lavori di ristrutturazione che danno diritto alla possibilità di detrarre dall’Irpef dovuta il 50% delle spese sostenute fino al 31 dicembre 2018. Il limite massimo di spesa sul quale viene effettuata la detrazione è di 96.000 euro e la detrazione deve essere ripartita in 10 quote annuali di uguale importo. Per avere la detrazione occorre pagare le spese con bonifico, bancario o postale, parlante in cui vanno indicati come causale la normativa di riferimento (articolo 16-bis del Dpr 917/1986), il codice fiscale del beneficiario della detrazione e il codice fiscale o numero di partita Iva del beneficiario del pagamento. Al momento del pagamento del bonifico, banche e Poste Italiane Spa devono operare una ritenuta dell’8% a titolo di acconto dell’imposta sul reddito dovuta dall’impresa che effettua i lavori.
Come avere la detrazione? Basta compilare il quadro del 730 relativo a tali interventi e conservare ed esibire, in caso di controlli, ricevuta del bonifico insieme a: